Kim Dotcom torna l'ex-Megaupload?

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  1. Kuromitsu
         
     
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    CITAZIONE
    Kim Dotcom torna alla carica con Mega
    Il servizio di web storage, lanciato con un party dalla Nuova Zelanda. L'imprenditore: «Sarà legale»

    Kim Dotcom (Ap)
    Il pirata è tornato. Kim Schmitz Dotcom, eclettico imprenditore tedesco, acerrimo nemico dell'Fbi e fondatore tra gli altri del sito di sharing Megaupload, l'aveva annunciato: «Il mio lavoro non è finito». Così questa super araba fenice di due metri per 130 chili, alle 6:48 di sabato, esattamente un anno dopo la perquisizione della polizia nella sua proprietà di Auckland, ha lanciato dalla Nuova Zelanda Mega, nuovo servizio di immagazzinamento dati. «Ci sono 250 mila utenti registrati. La capacità del server è al limite» ha gongolato Dotcom su Twitter.

    Poi una mega festa, con tanto di spettacolo Maori e la bellissima moglie Mona in prima fila. Alla faccia di chi gli vuole male. Alla faccia dell'amministrazione Obama che ha cercato in tutti i modi di metterlo dietro le sbarre. In realtà Mega è un'operazione che lascia presagire altri sviluppi. Una trovata «furba», che lo stesso Dotcom annuncia come «inattaccabile da un punto di vista legale». Si tratta infatti di un semplice servizio di cloud storage (uno spazio virtuale in cui poter caricare e scaricare file). Qualcosa di molto simile a DropBox e SkyDrive di Microsoft. Ma con una differenza fondamentale: lo spazio a disposizione degli utenti è molto più grande (e permette dunque di caricare grandi quantità di video). Cinquanta Gb gratuiti, contro i 2 di DropBox e i 7 di SkyDrive. Inoltre Mega offre la possibilità di aumentare ulteriormente lo spazio. Poi, nessun versamento diretto al sito perché ci si dovrà rivolgere ai partner commerciali. E, infine, il vero colpo di «genio» per aggirare la legge. La musica, i film e i documenti caricati dagli utenti verranno immagazzinati e potranno essere recuperati solo attraverso una chiave d'accesso.

    Né Kim Dotcom, né i gestori del servizio avranno l'accesso a questi file. E per nessun motivo ne saranno responsabili. «Ho fatto un bel sogno», dice Dotcom dal palco sentendosi un po' Martin Luther King. «Tutti i Paesi che il governo degli Stati Uniti sta spiando iniziano ad usare Mega e io vinco il Nobel per la crittografia». In attesa di vederlo a Oslo, i ben informati parlano di nuove frecce nel suo arco: il lancio di un portale musicale con l'intento di tagliare il cordone tra musica e major discografiche. E, ancora, un sito di condivisione delle serie tv. Il tutto con uno scopo preciso: continuare a fare una montagna di soldi. Già, perché se Dotcom viene dipinto come paladino della libertà del web, è pur vero che con la pubblicità dei suoi siti ha costruito un piccolo impero. La villa a Auckland da 18 milioni di dollari, la Cadillac rosa del 1959, le auto di lusso con le targhe God, Hackers, Mafia e Stoned, un mega yacht. Poi la cittadinanza tedesca, finlandese e quella neozelandese. Sempre in fuga dalla giustizia e dal fisco, con la polizia alle calcagna. Nel 1994 viene arrestato in Germania per frode. Poi le accuse di spionaggio e bancarotta lo portano in Thailandia. Seguono altre fughe e l'arrivo in Nuova Zelanda. Fino al 19 gennaio del 2012, quando le autorità australiane con l'Fbi gli mettono le manette ai polsi. Vengono sequestrati beni per 200 milioni di dollari. Sedici domini, tra cui Megavideo e Megaupload, vengono chiusi. L'accusa è aver causato danni per 500 milioni. Gli indagati rischiano 50 anni di carcere. Un'intera generazione rimane orfana dei film e delle serie tv in streaming.

    È un attimo e la rete si infuria. Gli hacktivist di Anonymous attaccano il sito dell'Fbi. Lui, il re dei Pirati, non si perde d'animo. Finisce ai domiciliari. Poi il grande ritorno. Non senza qualche problema. Il dominio Me.ga, inizialmente scelto per il nuovo sito, è stato registrato in Gabon. Ma il ministro delle Comunicazioni del Paese africano nega il permesso: «non ci userete come base per la violazione di copyright». Poi il dominio viene rubato. Un gruppo di hacker, conosciuto come Omega, dichiara a Torrent Freak: «Dotcom è un megalomane capace solo di inquinare il settore». E in tanti lo attaccano: «Vuole solo fare soldi, non gli interessa la libertà del web». Sia quel che sia, Dotcom è tornato all'arrembaggio. E c'è da giurarci: ne sentiremo ancora parlare. Nel bene e nel male.

    fonte corriere della sera.it
     
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    Che Dotcom,sia un super hacker amico di internet e della sua libertà o che sia uno dei tanti che vuol fare soldi attraverso la rete, ci sarà da divertirsi :trollface: nel vedere come le major e obama proveranno a fregarlo,magari ingegnandosi a loro volta per trarlo in inganno :oms: .

    Poi,visto e considerando che gli Anonymous gli hanno dato ragione hackerando il sito dell' fbi,qui gatta ci cova ^^.
     
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1 replies since 21/1/2013, 10:09   54 views
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