Hotaruika: i calamari lucciola

Ogni anno al largo delle coste della baia di Toyama, in Giappone, milioni di creature bioluminescenti si radunano per deporre le uova. Queste forme di vita sono chiamate “hotaruika“. Il nome si traduce letteralmente come lucciola (Hotaru) e calamaro (IKA).

Gli hotaruika sono calamari lunghi circa 3 centimetri e sono composti da particolari ghiandole bioluminescenti che attraversano il loro corpo. Queste ghiandole sono situate attorno agli occhi e ai tentacoli; emettono quindi luci per comunicare con i potenziali compagni o rivali, per nascondere la propria forma e così confondere i predatori, o per attirare le proprie prede accendendosi e spegnendosi.

Gli Hotaruika vivono tra i 600 e i 1200 metri sott’acqua e la stagione in cui depongono le uova va da Marzo a Maggio. I calamari si riuniscono nella baia per lasciare le uova, poi lentamente cominciano a morire dopo aver completato il loro ciclo di vita di un anno. Di tanto in tanto, i calamari sono costretti ad arrivare a riva dalla corrente che sgorga dal canyon a forma di V nella baia di Toyama. La gente del posto definisce questo fenomeno come “calamari che annegano da soli“.

Gli scienziati ritengono che questa famiglia di calamari abbia una visione dei colori grazie a 3 pigmenti visivi, invece di uno solo che è quello presente nella maggior parte dei cefalopodi. Essi hanno anche una retina a doppio strato nella parte posteriore dei loro occhi. Si ipotizza che un calamaro evoluto e sviluppato con tali caratteristiche possa distinguere tra luce ambientale e bioluminescenza, utile così a decodificare i modelli di luce prodotti da altri membri della specie.

I calamari lucciola sono considerati una prelibatezza in Giappone e sono pescati principalmente durante la stagione riproduttiva. Molti turisti vengono a vedere la superficie del mare diventare blu cobalto proprio quando i pescatori li catturano.

Esiste un museo unico al mondo dedicato ai calamari lucciola ed è presente a Namerikawa, nella prefettura di Toyama.

Ma dai , sono piovre cadute da Skypea.

Si sono inzuppate nelle stelle