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zaburay.
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Nashira
Lei diceva: “sono un impronta in calce,
un vuoto stampo che decade da secoli,
libera mi abbandono alle ceneri,
che dai miei pensieri su di un rogo infinito
bruciano da sempre.”
Era un pensiero abbagliante, luce,
un cosmo sintetico travolgeva la massa
composta della mia voce immensa.
E dopo? Sarò il vento delle montagne,
vacuo senza forma, oppure un'onda
mattutina tra le crespe del mare.
Adesso? Sono una spiga di grano
e mi agito al vento che sarò.
Alla fine del mio viaggio, sarò una tegola antica sul tetto del mondo.
(zaburay-Manu)
Edited by avvveleno - 8/2/2012, 18:44. -
vifox.
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davvero bella mi ha trasmesso un messaggio particolare, appena posso vedo di editare anche le mie poesie . -
zaburay.
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Sono contento che ti ha trasmesso qualcosa, spero di poter leggere qualcosa di tuo... . -
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Anche se c'è stato un mio intervento, vorrei tranquillizzarti, in quanto ho solo dovuto apostrofare "un'onda" e mettere la maiuscola dopo il punto interrogativo, tutto qui. .