Who wants to hope forever?

FMA anime (e c'è un nuovo personaggio)

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  1. Kuro_Hinata
         
     
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    Capitolo 1: Perdono
    SPOILER (click to view)
    Ero pronta.
    Incredibile... ero riuscita a sopravvivere al mese di prova, poi ai due anni di addestramento e adesso potevo intraprendere il mio viaggio.
    Beh, se lo diceva la maestra era vero.

    Finalmente stavo per raggiungere il mio obiettivo: raggiungere quel fagiolino!!
    - Guarda che il fagiolino è molto abile -
    - Tsk... se è bravo quanto è alto...scherz.. -
    Il terribile impatto con la mano della maestra Izumi mi spedì dritta sull’albero più vicino.
    E stava per ricominciare...
    - No, la prego maestra, stavo solo scherzando!!! Non dicevo sul serio!!!! La prego, mi risparmi...
    Lei sbuffò, poco convinta... non era la prima volta che la supplicavo.
    - Non osare dire che Ed non sia un bravo alchimista! In effetti, con Al, è stato il mio allievo migliore..-
    - E allora io, maestra??-
    - Tu sei stata la mia allieva migliore, è diverso-
    - Ma sono all’altezza di Edward Elric?-
    - Se riuscirai a suonargliele, allora sì-
    -...-


    La prima volta che Izumi la vide stentò a credere ai propri occhi.
    Come gli assomigliava...
    Occhi color miele, ma leggermente più grandi e affusolati, capelli lunghi, ma castani, e perfino lo stesso ridicolo ciuffo proprio al centro della testa.
    Era pure piccola come lui...
    - CHI SAREBBE QUELLA COSÌ PICCOLA CHE SEMBRA UN GRANELLINO DI POLVERE????????-
    Pure nel comportamento era simile...
    E aveva esattamente lo stesso cipiglio determinato di chi ha bisogno di qualcosa e lo vuole ottenere a tutti i costi.
    - Mi dispiace, io non insegno più. Cercati qualcun altro-
    - Oh, la scongiuro! Solo lei mi può aiutare!!! Lei sa cosa vuol dire aver sbagliato e averne pagato le conseguenze!!!!-
    La frase aveva colpito Izumi tanto che aveva dovuto aggrapparsi al muro per non cadere.
    E così aveva accettato quella che sarebbe stata la sua ultima allieva.


    - Maestra...- le aveva chiesto un giorno - perché non ho bisogno del cerchio alchemico per usare l’alchimia?
    La domanda aveva spiazzato Izumi, anche se in realtà sapeva benissimo che prima o poi glielo avrebbe chiesto.
    - Perché lo vuoi sapere?-
    La ragazza non rispose subito. Si morse il labbro e guardò il pavimento senza vederlo davvero.
    - Maestra... io non voglio che lei si arrabbi. Lo so perfettamente che non si deve cambiare il corso degli eventi. Ma sono stata stupida e incosciente. Io non sapevo ancora queste cose quando l’ho fatto. E lei sa cosa ho fatto, vero?-
    Sì, lo sapeva cosa aveva fatto. Ma che doveva fare? Non poteva punirla dato che a quel tempo non aveva ancora appreso i suoi insegnamenti, ma...
    - Hai cercato di compiere una trasmutazione umana-
    -...-
    - E pensi che chi abbia visto il portale non abbia bisogno del cerchio alchemico per praticare l’alchimia. Non sei così stupida come pensavo-
    -...-
    - E come hai pagato?-
    - Come, scusi?-
    - Cosa hai perso nella trasmutazione?-
    - Lo sa benissimo. L’ha visto-
    Izumi era paralizzata dall’orrore. Quella volta pensava di aver visto male... non poteva essere... nessuno sarebbe riuscito a sopportare il dolore. Nemmeno lei...
    Rimase in silenzio per qualche secondo, indecisa su cosa fare. Poi si decise.
    - Hai intenzione di andartene, vero?-
    - Voglio incontrare quell’alchimista di cui mi ha parlato... Edward Elric. Penso che lui possa aiutarmi-
    - Sei sicura che sia una buona idea?-
    - No, affatto. Ma tanto non ho niente da perdere...-


    Così se ne era andata. Prima di partire, Izumi le aveva dato una foto dei fratelli Elric, con la raccomandazione di “tenerli d’occhio e, se necessario, dargliele di santa ragione da parte della loro maestra”. Le aveva addirittura donato un mantello blu notte con il simbolo della sua scuola, un serpente avvolto su una croce, privilegio che aveva concesso solo a Ed.
    Infine, le aveva detto una cosa che mai, prima di allora, aveva osato dire a qualcuno:
    - Buona fortuna, Erest -




    Capitolo 2: Comincia il viaggio!
    SPOILER (click to view)
    Il mio nome è Black Hayate e sono un cane… dell’esercito. No, non di quelli che tracciano cerchi per terra, sono un cane ma appartengo ad un ufficiale. Per la precisione ad una tenente chiamata Riza molto severa, che appena mi vede sgarrare su qualcosa mi usa come bersaglio.
    Fortunatamente questa tenente certe volte è anche gentile… beh, molto gentile se si considera il fatto che mi mantiene 24 ore su 24. Questa volta però mi ha mollato.. nel vero senso della parola!!
    Ma adesso mi spiegherò meglio.


    Era una noiosa mattinata come tante altre. Quello però era il giorno libero della mia padrona e questo voleva dire che ci sarebbe stata una passeggiatina assicurata.
    Ma proprio nel momento in cui lei mi stava mettendo il guinzaglio, sentii il suono prolungato del campanello della porta: il colonnello Mustang, come al solito.
    Mi piace quell’uomo: ha un buon odore di incenso e legna bruciata… e mi offre sempre dei pezzi di pancetta. Poi piace anche alla mia padrona, ed è quella la cosa più importante!
    Comunque era entrato e, con la sfacciata presunzione che solo lui possiede, aveva buttato il mantello sul letto e si era lasciato cadere sulla sedia più vicina.
    - Oh, che giornata. Non sai cosa ho passato! Sono ancora tutto indolenzito…-
    Riza scosse leggermente la testa.
    - Immagino avrà dovuto affrontare terribili sofferenze per arrivare qui-
    Roy la guardò e sul suo viso affiorò il solito sorrisetto ironico.
    - Sì, hai proprio centrato il segno! Hai avuto un’ottima intuizione, tenente. Ma passiamo ad argomenti più seri. Devi partire per una… missione, per così dire.
    - Cosa intende con “per così dire”?
    - Al quartier generale dell’ovest hanno indetto una gara di tiro al bersaglio mobile. Ho intenzione di mandarti e ovviamente devi vincere. Si tratta di una competizione di fama mondiale, potresti addirittura avere una promozion…-
    - E la sua sicurezza, signore? Chi sarà la sua guardia del corpo in mia assenza?-
    - Oh beh a quello ho già pensato. Chi meglio del maggiore Armstrong potrebbe difendermi?-
    La mia padrona non era del tutto convinta… ma non poteva certo deludere il suo capo, no?
    - Quando dovrei partire?-
    - Adesso. La gara è fra due giorni-
    - Cosa??? Ma non poteva dirmelo prima?-
    - Sfortunatamente sono venuto a saperlo solo ora. Comunque non è necessario che ti porti il cane-
    Riza infatti mi stava già preparando per il viaggio… cosa non molto facile, data la mia scarsa collaborazione.
    - E a chi dovrei lasciarlo, scusi? Lo può tenere lei?-
    - Certo che no! Io adoro i cani, ma non posso proprio avercelo tra i piedi. Dovrai affidarlo a qualcuno.-



    E così eravamo partiti verso Resembool. Le Rockbell erano amiche di Riza e mi avrebbero di sicuro tenuto per tre o quattro giorni.
    Il treno proseguiva lento e io sonnecchiavo. Esiste vita migliore di quella di un cane?
    Beh, direi proprio di sì, perché mentre io mi crogiolavo nel riposo, la mia padrona mi svegliò con un sonoro:
    - Ciao Edward! Cosa ci fai qui, piccolo?-




    Oddio, e adesso? Chi era quella donna che mi aveva salutato allegramente? E poi…
    - CHI SAREBBE IL PICCOLO????? EH?????????????????????? COME OSA DARMI DEL PICCOLO????? E PER DI PIU’ AL MASCHILE!!!!!-
    - Oh Ed, sei sempre il solito. Ma ora pensi anche di essere una femmina? Ho sentito bene?-
    Oh no, così mi stavo tradendo…
    - Nono avrà sicuramente capito male! Io non ho detto niente del genere!!-
    - Può darsi… piuttosto dov’è Al? E perché sei sulla strada per Resembool? Capisco che tu voglia far revisionare il tuo automail, ma il lavoro viene prima di tutto! Non lo sai che il colonnello Mustang ti sta cercando?-
    Eh???? Resembool?? Il colonnello chi???? Meno male che sapevo chi era Al e soprattutto che come contaballe me la cavavo bene.. anche adesso, devo dire.
    - Aehm… sto andando a prendere Al, che in questo momento si trova a Resembool!-
    Niente male come balla, considerato che ci avevo pensato per circa 3 secondi.
    - Ah, anche io sto andando là. Se vuoi possiamo fare la strada insieme…-
    - No, ma si figuri… non ha detto che il “colonnello” mi sta cercando? È meglio non contraddirlo e andare subito da lui!-
    La donna mi guardò meravigliata. Oh no, mi ero tradita.
    - Non è che hai litigato con Al?-
    - Certo che no! Perché????-
    - Di solito non segui mai gli ordini del colonnello Mustang…-
    - M-ma questo non c’entra niente! E comunque devo chiedergli una cosa!-
    - Ah, capisco… allora ti consiglio di partire subito. In questo momento si trova al quartier generale di Central City-
    - Oh... ehm… grazie mille!-
    Appena mi fui allontanata, mi rifugiai nel mio scomparto e iniziai a prendere a testate il vetro. Ero proprio una deficiente.



    Subito dopo essere partita, mi chiesi come avrei fatto a cercare Edward Elric. Un bel problema effettivamente, dato che non avevo la più pallida idea di dove abitasse. Di lui conoscevo solo l’aspetto e il lavoro, che la mia maestra mi aveva rivelato con un preoccupante e sinistro scintillio negli occhi. “Devi stare attenta a non prendere mai la sua strada”, mi aveva detto. “Gli alchimisti di stato sono solo dei cani dell’esercito, non meritano il talento che avete tu e Ed”.
    Ma io le disobbedii un’altra volta. A mie spese.
    Comunque rimaneva il dilemma di come raggiungere Edward. Così avevo escogitato un piano molto efficace… fin troppo efficace. Avevo deciso di assumere un aspetto più simile possibile al suo, in modo che la prima persona che mi avesse incontrato, scambiandomi per lui, mi avrebbe fornito inconsapevolmente informazioni sul suo conto. Avevo trasmutato i miei capelli da castani a biondi, processo difficilissimo se fatto con disattenzione, cambiato il colore del mio mantello e mi ero perfino fatta quella ridicola treccina… che poi non era affatto scomoda.
    Sfortunatamente non avevo previsto che qualcuno mi avrebbe fatto delle domande personali. Ovviamente, dato che sono un’idiota.




    ECCO IL FRUTTO DELL’IDIOZIA DI EREST.

    La campagna era sconfinata. Riza e Black Hayate non fecero in tempo a guardarsi intorno che erano già arrivati alla fattoria Rockbell.
    La tenente bussò con delicatezza alla porta, attendendo una risposta.
    - Arrivo!!!-
    Riza sbarrò gli occhi. No… non poteva di certo essere la sua voce…
    - Eccomi! Tenente Hawkeye, che piacevole sorpresa! Perché si trova…-
    - ED!!!!!!!!! TI AVEVO DETTO DI ANDARE DAL COLONNELLO MUSTANG!!!-
    Quella fu la prima volta (e l’ultima) che Edward Elric vide Riza così arrabbiata.
    - M-ma… quando me l’avrebbe detto?.
    - Non far finta di niente!!!!!!! Quando sei sceso dal treno??? Non ti ho visto.-
    - N-non so di cosa stia parlando…-
    Ed e Riza sentirono dei passi pesanti scendere dalle scale.
    - Fratellone, cosa succede? Oh, ma che sorpresa, c’è il tenente Hawkeye!-
    - Ciao Al. Per favore, di’ qualcosa a tuo fratello!!! A quest’ora dovrebbe essere sul treno per Central City!!!-
    - Ma tenente, non ci ha avvisato nessuno…-
    - Certo, come no… e io chi sarei?-
    - Ma tenente, questa è la prima volta che la vedo da settimane!- intervenne Ed.
    - Ma allora… chi era la persona sul treno?-



    Capitolo 3: Incontro
    SPOILER (click to view)
    La città che mi si parava davanti poteva essere descritta con una sola parola:
    - Wow!-
    Visitare Central City era sempre stato il mio sogno. La capitale di Amestris aveva un fascino particolare tutto suo: i grandi negozi, l’immensa stazione e il Quartier Generale dell’Esercito erano un esempio. Ma l’edificio che mi incuriosiva di più era in assoluto la Biblioteca…. Innanzi tutto perché, da quando era stata distrutta, gli alchimisti di Stato avevano già cominciato i lavori di ricostruzione. Inoltre sapevo che una ragazza era stata assoldata dall’esercito per riscrivere tutti i libri perduti, che ricordava a memoria!!!! La dovevo assolutamente conoscere.
    Già, ma prima di tutto dovevo trovare il Quartier Generale… e non avevo la minima idea di dove si trovasse.
    - Ehi, Ed! Cosa ci fai qui?-
    Oh no, di nuovo…
    Mi girai e mi ritrovai davanti a un soldato molto giovane con gli occhiali e i capelli neri.
    - Ehm… ecco… s-sto andando dal colonnello…-
    Meno male che mi ricordavo quello che mi aveva detto quella donna sul treno.
    - Ah, capisco! In questo momento si trova al Quartier…-
    - Sì, so dove si trova… però mi faresti un favore? È da un po’ che non vengo a Central City e non ricordo con esattezza dove sia il Quartier Generale… non è che mi daresti delle indicazioni?-
    L’ufficiale spalancò gli occhi e si mise a ridere sotto i baffi (che non aveva).
    - Ed, è da oltre 5 anni che sei nell’esercito e non sai ancora dove si trova il Quartier Generale??? Non posso crederci!!!! Questa la racconto ad Havoc…-
    Ora che lo conosco, so con certezza che Ed l’avrebbe preso a bastonate come minimo, ma a quel tempo non lo sapevo e mi limitai a grattarmi la testa e a sorridere come un’ebete.



    Alla fine, dopo aver sopportato i commenti sarcastici del soldato sul mio scarso senso di orientamento, ero arrivata al Quartiere Generale.
    - L’ufficio del colonnello si trova al 2° piano, nel caso tu non te lo ricordi…-
    Dominai l’impulso di dargli un calcio nelle parti basse e strinsi i pugni. Ma perché mi era venuta in mente un’idea così stupida??????
    - Grazie mille per l’aiuto…-
    Salii le scale. Ero agitatissima: e se questo signor Colonnello mi avesse fatto delle domande personali su cose che non conoscevo? A quel punto avrebbe sicuramente notato che non ero quello che dicevo di essere. Forse era meglio andarsene e lasciar perdere…
    - NO! SONO ARRIVATA FINO QUI E CONTINUERÒ !!-
    Diverse teste spuntarono da varie porte, incuriosite dal trambusto. Solo una era rimasta chiusa, come se il proprietario dell’ufficio non avesse avuto nessuna voglia di aprirla. Mi avvicinai.
    C’era scritto “Colonnello Roy Mustang”. Che fosse lui?
    Mi feci coraggio e bussai.
    - Avanti…- sentii dire da una voce annoiata.
    Aprii guardinga.
    In quel momento smisi di ragionare: davanti a me si trovava l’uomo più bello che avessi mai visto.



    Gli avrei dato a malapena 25 anni. Tutto in lui, dai suoi capelli color ebano agli occhi scuri penetranti, era meravigliosamente affascinante. Perfino il suo sorrisetto ironico mi pareva perfetto… tanto da non riuscire a smettere di guardarlo. Se mi fossi vista in quel momento, mi sarei fatta impressione da sola: avevo la faccia di chi aveva appena visto il Paradiso. Era il colonnello dei miei sogni.
    Lui mi diede un’occhiata distratta e tornò a guardare i fogli che aveva sul tavolo. Poi mi riguardò e aggrottò la fronte. Che cosa dovevo aspettarmi?
    - Siediti pure, Acciaio-
    Eh? E chi era Acciaio?? Ah, forse si riferiva a me. Mi sedetti e tornai a guardarlo; almeno ora avevo riacquistato un po’ di lucidità.
    Aspettammo entrambi, io in attesa che dicesse qualcosa, lui che io gli urlassi in faccia tutto quello che non era andato bene nell’ultimo mese a causa sua.
    - Beh, non hai niente da dirmi Acciaio?? Ti è servito il tuo ultimo viaggio per la ricerca che stai svolgendo?-
    Una ricerca??? Ma quante cose non sapevo di quell’Edward Elric?
    - Aehm no, non è servito a niente…-
    - Immaginavo… comunque non m’interessa, adesso hai una missione da svolgere per mio conto. Le informazioni sono qui- mi porse un foglio.
    Lessi velocemente: si trattava di un controllo di routine di una certa miniera… ma non era importante. Dovevo trovare il modo di andarmene al più presto da quella situazione imbarazzante.
    - La ringrazio, ora però devo andare. Mio fratello mi aspetta…- bene, ottima scusa.
    - Prego, vai pure Acciaio…- mi alzai – ma tu non sei Acciaio, vero?-
    L’ultima frase mi bloccò totalmente.
    Nooooo, mi ero tradita!!! Come aveva fatto a capirlo??? Finora ero riuscita sempre a ingannare tutti!!
    - M-ma come ha fatto…?-
    - Beh, non è stato molto difficile. Innanzi tutto Acciaio non bussa mai quando entra. Poi ha sempre qualcosa da ridire sulle missioni che gli affido. Infine, anche se cerchi di nasconderlo, una seconda taglia è abbastanza evidente per un occhio esperto come il mio…-
    Rimasi letteralmente senza parole. Altro che colonnello dei miei sogni!!! Affascinante sì, maniaco anche!!!!
    Il mio primo colpo di fulmine era sparito come era venuto.
    A questo punto non avevo molte alternative: o mi arrendevo, o scappavo via. Optai per la prima.



    Roy la osservò meglio mentre si sedeva sulla sedia e modificava il colore del suo mantello e dei suoi capelli. Non li aveva semplicemente rivestiti di una sostanza chimica, aveva proprio cambiato la loro struttura molecolare… una trasmutazione di livello altissimo.
    “E senza usare il cerchio alchemico…”
    Nel complesso non era male, sia come abilità che come aspetto. Se avesse avuto qualche anno in più ci avrebbe fatto un pensierino volentieri…
    - Peccato che sia così piccola- mormorò Roy.
    - COME SCUSI??? CHI SAREBBE IL PUNTINO MICROSCOPICO A FINE PAGINA???-
    - Non ho detto niente del genere. Piuttosto, posso sapere chi sei e perché ti sei spacciata per l’Alchimista d’Acciaio?-



    Lo guardai e il mio cuore mancò un battito. Cosa dovevo rispondergli? Avrei dovuto essere sincera o inventarmi un’altra scusa?
    Beh, tanto valeva essere sincera.
    Stavo per rispondergli, quando la porta dell’ufficio si spalancò. Era appena entrato chi avevo cercato di imitare nell’ultima settimana.
    Il biondino puntò il suo sguardo su di me. I suoi occhi dorati mi squadrarono a lungo, come per cercare qualcosa. Infine mi chiese:
    - In chi ti sei trasformato stavolta, Envy??-
    Ma perché tutti parlavano di cose che non conoscevo???
    - Colonnello Mustang, si sposti, a lui ci penso io-
    Ecco, adesso aveva proprio esagerato.
    - CHI SAREBBE IL “LUI” SCUSA???-
    - NON FAR FINTA DI NIENTE!! SO BENISSIMO CHE SEI TU!! Adesso che ho finalmente la possibilità di eliminarti, non ti lascerò scappare così facilmente!!!-
    Rimasi a bocca aperta: faceva sul serio! Aveva addirittura iniziato a trasmutare il suo braccio in una spada… ma come faceva? Quello era un automail? Non ebbi la possibilità di ragionarci sopra, dato che pochi secondi dopo cominciò a fendere l’aria con quella sua strana arma, cercando di colpirmi.
    Dovevo reagire subito. Mi girai di scatto e con un calcio ruppi una gamba del tavolo che era lì vicino. La afferrai al volo.
    Ora dovevo pensare in cosa trasmutarla…
    Qualcosa di duro.
    Qualcosa che avrebbe resistito anche all’acciaio dell’automail…
    Ma certo!
    Il mio corpo si mosse automaticamente.



    Roy osservò la scena per metà sorpreso e per metà divertito. La ragazza aveva talento: nel giro di pochi istanti aveva rotto una gamba della sua scrivania e l’aveva trasmutata in una lucente lancia di diamante, che aveva usato per parare il braccio di Acciaio.
    Ora i due alchimisti si fronteggiavano, guardandosi negli occhi color ambra, entrambi sbalorditi.
    - M-ma come fai a usare l’alchimia? Gli homunculus non sono in grado di utilizzarla!-
    - Infatti, Acciaio, quello non è un homunculus- ribatté tranquillo Roy.
    - Ah…-



    Per ora ci sono solo 3 capitoli... aggiungerò i prossimi in futuro. Credo che una storia vada letta piano, in modo che si possa apprezzare fino in fondo.

    PS: se vedete errori ditemi. Odio sbagliare la grammatica italiana :dead:
     
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0 replies since 27/1/2010, 20:51   622 views
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