Story of the Week, Concorso n. 4

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  1. ~Tobin
         
     
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    Questa edizione terminerà Lunedì 21 Dicembre 2009 alle ore 15:00 pertanto avete tempo fino a questa data per postare i vostri lavori.

    Il tema del racconto di questa settimana è: Notte di tempesta (siete soli a casa mentre fuori vien giù l'apocalisse XD)

    La Frase Magica è: Ad un tratto una porta sbattè (o altre coniugazioni XD)

    Ricordo che non è consentito editare la storia dopo averla postata, le storie editate non verranno valutate

    Lunghezza minima: 30 righe.

    Resta inteso che i racconti andranno postati qui di seguito.

    Buona fortuna e buon lavoro.
     
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  2. veniversum°
         
     
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    Eccoci all'acqa o meglio alla neve XD :gneee: . Sicuramente un pò di punteggiatura e qualche tempo verbale sono errati . Il testo è un misto tra il macabro e un mestolone di concetti filosofici che spero di aver reso abbastanza bene ...e sottolineo "spero" ^^ image .

    Chaos
    SPOILER (click to view)
    L'aria era invasa da un odore acre e una fitta nebbia , mentre piccole lanterne davano una sbiadita visione di quel luogo desolato . Una malinconica melodia di urla strazianti e tintinnii di catene dominava quell'ambiente lugubre all'occhio . Il cielo era nero come la pece e lo sguardo si perdeva nell'infinito . Una pioggia incessante tormentava il terreno , mentre tuoni ruggivano con violenza destando anche il più sonnolento degli esseri . L' infinita landa desolata era interrotta soltanto dall'ergersi di un imponente castello con guglie e pinnacoli appuntiti come coltelli , che si innalzavano per diversi metri . Passi lenti seguiti da rumori di catene , con andatura ritmata una misteriosa figura si dirigeva verso un accampamento di soldati al limite ovest del castello . Gradualmente dalla nebbia si fece largo un ombra sempre più nitida . Comparve un deperito personaggio scalzo , che indossava soltanto un paio di pantaloni sgualciti , i quali mettevano in risalto il suo scavato costato , con dei capelli lunghi e poco curati che gli coprivano completamente il volto , . Esso richiamava alla mente terribili pensieri di sofferenze indicibili . Alle caviglie e ai polsi portava delle lunghe catene le cui estremità terminavano con pesanti palle di piombo . Veniva naturale chiedersi come potesse quello scheletro vivente spostare un peso impegnativo persino per un gigante .
    L'accampamento era dominato da un silenzio irreale , mentre numerosi soldati dormivano o si curavano dalle ferite da battaglia .
    << Zeno>> , disse una debole voce proveniente da un uomo situato sotto il tetto di un capannone all'inizio dell'accampamento , e disteso su una lettiga di legno imbottita con della paglia .
    << Schi...chi...avo delle te..tenebre , ti prego>> , parlava a fatica tossendo rumorosamente , le sue condizioni sembravano essere molto gravi .
    All'improvviso la porta del capannone sbatté violentemente , né usci un soldato con un secchio pieno d'acqua e delle bende .
    << Con chi parli Joseph . Ah ...sei tu!>> , disse con disprezzo voltando il capo ,e avvicinandosi al soldato malato per medicarlo .
    << Sei raccapricciante alla sola vista >> , lo guardò disgustato .
    << Il nostro Dio gli ha donato il potere per potersi vendicare , vuoi forse biasimarlo per questo?>> , disse ancora sofferente il soldato sulla lettiga .
    << Sta fermo Joseph o aggraverai ancora di più le tue condizioni . Accidenti! , era meglio non portarti fuori non so ancora come hai fatto a convincermi>> , gli rispose fermandolo nel suo vano tentativo di alzarsi .
    << Nono voglio esalare il mio ultimo respiro in quella topaia piena di cadaveri viventi >> , tossi ancora più rumorosamente indicando il capannone
    I loro sguardi si posarono ancora sulla misteriosa figura .
    << Potresti curare chiunque con i tuoi poteri , maledetto cane rognoso , e invece spargi distruzione anche contro i tuoi stessi compagni . Guardalo!Codardo!>> , gridò con rabbia indicando con rassegnazione il suo amico malato .
    Lo strano individuo smise di camminare e spostò la testa in direzione dei due soldati . Trascorse per qualche istante un gelido silenzio animato soltanto dal battere della pioggia sul terreno .
    << Curare?>> , pronunciò una voce cupa e terrificante come la morte. I due soldati rimasero pietrificati da quell'udire.
    << Che cosa sei diventato , maledetto mostro . Vattene!>> , il soldato impaurito sfoderò la propria spada , e con fare minaccioso lo intimò di allontanarsi . Una strana aurea nerastra cominciò a divampare come vapore dalla pelle dell'uomo incatenato , un sinistro riflesso comparve nelle pupille dei suoi occhi , mentre una risata demonica sovrastò ogni suono .
    << Non lo sai che la miglior cura ...>> .
    << Zitto! Cane! ...>> , sbraitò il soldato .
    << è ...>> , continuava a ridere .
    << Mostro!>> , ribadì facendo qualche passo indietro , conscio della prossima sorte sua e del compagno .
    << ...la morte!?>> .
    Un tuono illuminò i loro visi spauriti e copri le loro strazianti urla .

    Nessuno quella notte osò più disturbarlo , e cosi poté proseguire indisturbato verso la sua meta . Il terreno era instabile e motoso a causa della pioggia che continuava a cadere in maniera incessante , ma egli persistette con il suo passo solenne e ritmico . Dopo diverso tempo giunse in prossimità di una caverna lugubre e fredda , dal cui soffitto calavano come lance stalagmiti infestate di pipistrelli . Al centro vi era una tomba di marmo di forma romboidale con di fianco ad ognuno dei lati una piccola colonnina di marmo bianco . Appena si distese all'interno le palle di piombo si librarono in aria posandosi sopra le quattro colonnine , e emanando al contatto con esse un bagliore bluastro . La sinistra tranquillità di quella caverna venne disturbata dallo squittio e svolazzio di pipistrelli infastiditi da quella luce che disorientava i loro visori termici . L'uomo non ci fece caso e velocemente si assopi .
    Immerso nei suoi sogni il buio lo avvolgeva tranne una flebile luce racchiusa tra le sue mani , la osservò e di colpo cadde a terra .
    Frastornato si accorse di trovarsi disteso a pancia in giù , mentre il suo ventre veniva pungolato da piccole rocce spigolose . La sua vista era annebbiata da un innaturale luce perpetua . Alzatosi in piedi si accorse subito di non avere più le catene legate ai piedi e ai polsi , ed ebbe una strana sensazione si libertà che raramente aveva provato , inoltre notò che indossava un saio bianco stretto alla vita da una corda di colore dorata , e ai piedi calzava dei comodi sandali . Davanti a lui si districavano innumerevoli strade composte da piccole pietre marmoree , e di cui la vista non scorgeva la fine .
    “Ma in che razza di posto sono finito” , imprecò a bassa voce . Oltre alle strade il resto del paesaggio era costituito da un interminabile deserto gassoso anch'esso bianco . Quel luogo lo disgustava profondamente , e torbidi pensieri lo avvolsero in un moto di rabbia . Un ombra cominciò a farsi largo da sotto i suoi piedi colorando di un nero intenso il paesaggio circostante , e all'improvviso fu buoi totale . Le strade incominciarono a fluttuare serpentinamente , lo spazio intorno al lui incominciò a contorcersi in maniera spasmodica inghiottendolo in una spirale senza fine . Urlò a squarcia gola chiedendosi quale sarebbe stato il suo destino , e in un batter d'occhio si vide comparire davanti centinaia di edifici . Sbalordito e con aria interrogativa si guardava intorno . “Edifici bianchi , cielo nero , e nemmeno un cenno di vita ” , mormorò tra sé e sé . Un rumore repentino susseguito da un risata diabolica lo spinsero a voltarsi di scatto , intravide di striscio una figura celarsi tra gli edifici con sorprendente velocità . Davanti a lui si ergeva un immenso muro bianco con sopra una scritta rossa , che aveva tutta l'aria di essere sangue : “Questo è il tuo incubo” . Un volta lette quelle parole non fece una piega , in battaglia aveva affrontato situazioni e nemici ben peggiori . Prosegui nel suo cammino in quello sterminato alveare di strade e palazzi che sembrava non finire mai , con incredibile forza e agilità risali la facciata di una delle strutture fino alla cima in modo da poter avere una migliore visuale dall'alto . Come si aspettava davanti a lui si mostrava una distesa infinita di tetti . Dopo una attenta perlustrazione con lo sguardo notò però un punto di discontinuità , un' altro grido terrificante , sembrava provenire dalla stessa direzione in cui il suo sguardo si era posato . “Finiamola con questa storia” , pensò tra sé e sé . Balzando da un palazzo all'altro giunse nel posto dove aveva udito l'urlo . Un salto poderoso e cascò atterrando con incredibile agilità . Adesso si trovava all'interno di un imponente piazza a forma di ellisse , al cui centro vi era un enorme pozzo dall'imponente diametro . Repentinamente comparvero nuvoloni neri , si udi qualche rombo come battiti di tamburi , e il cielo scatenò il suo pianto sul quel luogo sperduto persino per l'Universo .
    << Affrontami Codardo!>> , urlò sotto a pioggia , ma ricevendo come risposta solo il rimbombo della sua voce .
    Ancora quella risata spettrale , la figura compariva e scompariva dalla sua vista saettando da un luogo all'altro come un fulmine , ora dietro una finestra , adesso sopra un terrazzo , e poi dietro un porta .
    << Non ti conviene continuare a farti beffe di me , o te ne potresti pentire amaramente >> .
    A quelle parole la figura balzò allo scoperto e si soffermò ad osservarlo dà lontano . Le gambe all'improvviso gli cedettero , una potente aurea lo stava sovrastando bloccando ogni suo possibile movimento , a stento riusciva a sorreggersi in piedi .
    << Chi sei ? Maledetto !>> , ringhiò .
    << Non mi riconosci?>> , ridacchiò divertita avvicinandosi .
    Con fatica rivolse lo sguardo verso di essa . Davanti a lui si ergeva una figura nera , indefinita ,e priva di un volto in cui risaltavano soltanto il colore bianco della bocca e degli occhi . L'equivalente di una marionetta . Osservandola terribili ricordi del suo passato divamparono nella mente torturandogli l'animo , ricordò tutto ciò che di negativo gli era successo nella vita , né una gioia né un sorriso ma solo dolore e rabbia divampavano adesso nel suo cuore .
    << Non capisco >> , sospirò oramai privo di forze stramazzando al suolo .
    La figura si inginocchiò verso di lui sussurrandogli all'orecchio .
    << Sono le tue disgrazie e i tuoi dolori . Io sono le tue paure più profonde che hai sempre sperato di non vivere>> . Sentendo quelle parole provò una strana sensazione di impotenza .
    Con uno scatto felino , seguito da un urlo di dolore per lo sforzo compiuto , si liberò temporaneamente da quella morsa che lo attanagliava , e nel suo tentativo di afferrarle il collo falli miseramente ricadendo rumorosamente a terra . Era sicuro di averla centrata , ma la sua mano era passata da un parte all'altra come se quella figura fosse formata soltanto da nebbia .
    << Che ...che diavolo vuoi da me ?>> , sospirò con quel poco di fiato che gli era rimasto .
    << L'infinito ci unisce . All'infinito ti farai domande e all'infinito , grazie a me , otterrai le tue risposte >> .
    << Smettila con questi giochi verbali . Maledetto Mostro!>> .
    All'improvviso quella misteriosa forza che lo bloccava a terra scompari , adesso si sentiva libero , i suoi passati ricordi abbandonarono la sua mente , e ridendo a crepapelle si alzò lentamente trovandosi faccia a faccia con il suo nemico .
    << E cosi tu saresti le mie paure ?>> , disse non riuscendo a smettere di ridere , <<e allora questo luogo cosa sarebbe? , la tua umile dimora? ...in tal caso devo informarti che il tuo senso dell'arredamento è veramente monotono >>.
    La figura però rimase ancora impassibile , imperscrutabile , sempre con quel sorriso stampato sulla faccia .
    << Zeno ...>> , disse la figura interrompendo l'ilarità che lo travolgeva in quel momento .
    << Questo luogo è la tua anima , ogni strada è un tuo possibile destino , ogni casa è una tua possibile vita , ogni goccia di pioggia che cade dal cielo è un possibile evento che potrai vivere . Come vedi tutte le strade che deciderai di percorrere e tutte le case in cui deciderai di abitare ti poteranno qui , in questa piazza . Questo luogo è il tuo vero io >>.
    Rimase per qualche attimo attonito udendo quelle parole , coinvolto in una situazione a dir poco surreale , come poteva osservare la sua anima , osservare l'intrinseco reticolato dei suoi possibili destini , eventi , e delle sue possibili vite . Poteva essere vero tutto ciò ? .
    << Solo tu puoi darmi un volto e una forma . Sono un parassita che tedia la tua anima , sono il muro che ti impedisce di capire la verità delle cose >> , il sorriso della figura svani di colpo .
    << Non farmi ridere , questo luogo è solo un frutto della mia immaginazione>> , disse in maniera non molto convinta .
    << Sai benissimo che non è cosi , non esiste niente di veramente reale . L'Universo ospita luoghi ed esseri che trascendono la materia . Lo stesso regno del Chaos in cui dimori è una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio influenzata unicamente dalle emozioni di dolore , odio e frustrazione , è questo che il vostro Dio promana , ed è questo che voi proseliti diffondete con le vostre battaglie >>
    << E quindi se sei un parassita dovrei ucciderti?>> , controbatté ignorando le sue affermazione e mettendosi in posizione d'attacco .
    << Non puoi uccidermi >> .
    << Questo lo vedremo >> , scattò repentinamente in avanti e sferrò due colpi ben assestati sul petto passandogli attraverso .
    << Che cosa sei?>> , gridò ancora in preda la panico .
    << Sono le tue paure>> , ripeté la figura con calma rimanendo immobile . Si susseguirono altri attacchi , ma nessuno di essi andò a segno , e ormai privo di forza decise si non proseguire quell'inutile lotta .
    << Non è questo il modo si sconfiggermi >> .
    << Bhè ...me ne sono accorto >> , rispose con scherno .
    << L'unico possibilità di liberarti di me è celarmi nell'angolo più profondo della tua anima , privarti del concetto di sbagliato e giusto , osservare la realtà con la purezza del cuore . Imparerai come fare vivendo e sbagliando in continuazione , perché è solo sbagliando che evolverai . Smettila di uccidere , ed impara ad amare>> .
    Riflette su quelle parole e lentamente iniziò a capire il senso di quella strana e surreale esperienza . La figura si mosse verso di lui fermandosi a pochi centimetri dal suo viso .
    << Dopo ogni vita tornerai in questo luogo con più risposte , ma con ancora più domande . La tua anima è come un libro bianco dove solo tu puoi scriverne il destino . Sei un granello di polvere , ma un granello di polvere se utilizzate bene le sue forze è in grado di smuovere L'Universo . Sei ancora in tempo per fare la scelta giusta >>.
    << Non mi convince questa storia >> , gli rispose con remora .
    << Ricordati , una scelta giusta può cancellare un vita di sbagli >>
    << Lo terrò a mente >> , gli rispose .
    La figura gli sorrise avvolgendolo in un gelido abbraccio , sentiva freddo , aveva la sensazione di essere parte di un tutt'uno con essa , complici di uno stesso destino insieme caddero dentro il pozzo al centro della piazza , era giunto il momento di affrontare le sue paure>> .
    Si svegliò con un urlo animalesco . La sua fronte era imperlata di sudore , mentre all'interno della caverna i pipistrelli svolazzavano freneticamente accecati dalla luce delle sue catene . Udi un' altro rumore che lo mise in allarme , all'interno della caverna era entrato un soldato piuttosto impaurito che lo osservava a bocca aperta non riuscendo a pronunciare nessuna parola .
    << Parla topo di fogna!>> , ringhiò con disprezzo .
    Il soldato si destò dal suo torpore e assunse un espressione più temeraria .
    << Capitano Zeno , la desiderano al palazzo reale>> .
    Quella frase non lo rallegrò , quando veniva convocato al palazzo reale solitamente non si auspicava mai niente di buono . Scompari in un rogo di fuoco nero , lasciando il soldato nella caverna a domandarsi che cosa gli fosse successo . Ricompari un attimo dopo all'interno di un immensa sala illuminata dalla sbiadita luce di numerosi candelabri , al centro della quale si innalzava un imponente trono .
    << Quel' è il motivo della mia convocazione >> , la sua voce rimbombò nel vuoto più volte .
    Divampi di fuoco nero , e seduta sul trono compari un possente figura . Questa indossava una spessa armatura nera a scaglie , e portava sul capo un elmo a forma di testa di drago che celava nel mistero parte del suo volto .
    << Zeno , che piacere rivederti >> .
    << Piacere mio . O Sommo “Drago Nero” ! >> , rispose inginocchiandosi .
    << Non c'è tempo per le smancerie>> , tuonò solennemente ,<<lui è ancora vivo!>> .
    << Lui chi?>> , chiese con fare interrogativo .
    << Il tuo incubo peggiore . Tuo padre , Gilgamesh !>>
    << Non è possibile , ero sicuro di averlo ...>> .
    Un brivido misto di terrore e rabbia attraversò il suo corpo , non poteva essere ancora vivo , era sicuro di averlo ucciso con le sue stesse mani .
    Urlò alla terra , al cielo , e al vento il suo dolore . Zeno “lo Schiavo delle Tenebre” non avrebbe fallito la sua vendetta una seconda volta . Il suo destino lo richiamava ancora all'odio e alla vendetta , non era ancora pronto per amare .
     
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  3. TAZUNEE
         
     
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    La mia è una storia di vita quotidiana, con un pizzico di suspence...



    Notte di tempesta

    Era la fine di Ottobre, quando ricevemmo una lettera la quale c’informava che finalmente c’era un appartamento corrispondente alle nostre aspettative. Infatti, era dal mese di Marzo che avevamo inoltrato la nostra richiesta all’ufficio immobiliare perché ci aiutasse nella ricerca di un abitazione più grande.
    Io ero molto eccitata al pensiero di andare a vedere il nuovo appartamento, non stavo più nella pelle per la curiosità di vedere quella che sarebbe diventata la mia stanza.
    Nella lettera c’era anche una data in cui noi potevamo andare, dovevamo solo confermarla con una telefonata.
    Finalmente era il 10 di Novembre. Mio padre di proposito prese un giorno di ferie, così avremmo potuto guardare e contrattare il tutto con tranquillità.
    Al ritorno dalla scuola dopo aver pranzato, andammo all’appuntamento.
    Arrivati li, c’erano ad aspettarci il consulente e una signora sulla cinquantina che aveva un’aria un po’ triste ma, non appena ci siamo presentati, la signora mi guardò e sorrise dolcemente.
    Entrando nel portone d’ingresso, notai che c’erano dei lumini per terra e una rosa posta davanti a una piccola foto. Non feci in tempo a chiedere chi fosse, che arrivò l’ascensore.
    Con mia sorpresa, notai che l’ascensore era molto grande, così potemmo salire tutti e cinque in una volta sola.
    Arrivati al quinto piano, apertasi la porta dell’ascensore, ci trovammo davanti all’ingresso di quello che io speravo, sarebbe diventato il nostro nuovo appartamento.
    La signora che era l’ex proprietaria, dopo aver aperto la porta andò subito ad aprire le finestre per aerare un po’le stanze.
    La mamma si diresse verso la cucina insieme a papà, io invece chiesi alla signora dov’era la cameretta, (che poi sarebbe diventata la mia). La signora mi guardò e poi di nuovo quel sorriso che era si dolce, ma lasciava intravedere un po’ di tristezza.
    Mi disse: <<vieni con me che te la mostro, vedrai che ti piacerà!>>
    Era davvero carina la stanza, le pareti erano tappezzate di un bel colore celeste molto chiaro. Non c’erano né un graffio né un alone nelle pareti, era veramente tenuta bene. Sicuramente era stata la stanza di una ragazza.
    Mamma e papà insieme al consulente ci raggiunsero. Mi chiesero che cosa ne pensavo, anche se la risposta poteva leggersi dal mio sorriso, dissi loro che mi piaceva.
    Poi i miei genitori, il consulente e la signora, discussero un po’ sulle pratiche da sbrigare e della data in cui ci potevamo trasferire.
    Io gironzolai un po’ anche nelle altre stanze e tutto mi sembrava perfetto. Le stanze erano belle spaziose tutte con finestra, nella cucina c’era pure un piccolo balconcino. Il salone aveva la veduta sulla strada, mentre la cucina dava su un grande cortile circondato tutto da appartamenti.
    Tornati a casa, raccontai tutto a mio fratello. Gli dissi che finalmente avremmo avuto ognuno la sua stanza cosi non ci saremmo stati più tra i piedi.
    Durante la cena, la mamma mi disse che con il consulente si erano messi d’accordo che l’indomani sarebbe andato qualcuno di noi a prendere le chiavi e mi chiese se ci potevo andare io dopo la scuola.
    L’indomani appena finita la scuola, invece di dirigermi verso casa andai al nuovo appartamento. Il consulente era già lì ad aspettarmi. Sedeva su una panchina del piccolo giardinetto davanti all’entrata. Mi diede le chiavi e mentre andava via, si fermò di colpo, si girò e disse: <<la signora Weber ti manda i suoi saluti!>>
    <<grazie>>, risposi, <<gli porti pure i miei quando la vede.>> Poi mi venne in mente una cosa che avrei voluto chiedergli il giorno prima.
    <<aspetti! Le devo chiedere una cosa.>>
    <<dimmi pure.>>
    <<ecco… le vorrei chiedere chi era quella persona nella foto vicino ai lumini che ieri erano per terra nell’entrata.>>
    Lui rimase un po’ sorpreso da questa mia domanda, poi disse: <<era la figlia della signora Weber.>>
    A quella risposta rimasi impietrita. Il signor Siger continuò dicendo: <<credevo che lo sapessi. È morta tre settimane fa, è stato un incidente. È stata investita a pochi metri da qui mentre tornava a casa. Sua madre non se l’è più sentita d’abitare qui e così ha ceduto l’appartamento.>>
    Dopo mi disse che aveva un altro appuntamento e quindi doveva andar via subito.
    Io rimasi ancora un po’ impalata, mi sembrava di non riuscire né a muovermi e neanche a pensare. Così abbassato lo sguardo, vidi che avevo delle chiavi in mano e mi tornò in mente il perché mi trovassi lì. Aprii la porta dell’entrata ma notai subito che i lumini e la foto non c’erano più. Mi venne in mente il sorriso della signora Weber e pensai… “forse somigliava a lei”. In quel momento mi venne una tristezza e non sapevo più se ero contenta di occupare io la stanza che apparteneva a lei.
    Tornata a casa, ne parlai con i miei che mi dissero di esserne già stati informati, ma avevano pensato che era meglio non dirmela questa cosa per non darmi un dispiacere.
    Io cercai di non pensare più a questa cosa, ormai avevamo deciso e tutto era già stato fatto, tra pochi giorni ci saremmo trasferiti.
    Il tempo non era dei migliori, quella mattina del giorno in cui ci trasferimmo definitivamente. Faceva molto freddo e si vedeva che da un momento all’altro si sarebbe messo a piovere.
    Per fortuna il più delle cose era già stato traslocato, mancavano solo poche cose.
    Nel pomeriggio si mise a piovere. Mentre ero intenta a sistemare le mie cose nella nuova stanza non potei fare a meno di pensare a quella ragazza. Chissà com’erano sistemati i suoi mobili. Mi chiesi quale fosse stato il suo angolo preferito.
    La pioggia si faceva sempre più incessante, lampi e tuoni si susseguivano minacciosamente rendendo più cupi i miei pensieri, quando all’improvviso squillò il telefono. Era il maestro di judo di mio fratello che chiamava dall’ospedale. Disse che mio fratello si era procurato una distorsione a una gamba e che lo aveva fatto portare subito lì.
    Mia madre era preoccupatissima, nonostante l’allenatore le avesse assicurato che non era una cosa grave.
    Appena finita la telefonata, prese qualcosa da portare a mio fratello, si cambiò e poi mi disse che andava all’ospedale senza aspettare il ritorno di mio padre, che intanto era a consegnare le chiavi del vecchio appartamento.
    Dopo un po’ venne mio padre ed io gli riferii l’accaduto, ma lui rispose che aveva già parlato con mia madre per telefono. Poi aggiunse che quella sera sarebbe dovuto andare a lavorare con il turno di notte perché doveva sostituire un collega che era ammalato.
    Disse che prima sarebbe passato in ospedale e che da li, poi sarebbe andato al lavoro senza passare da casa. Ormai erano le ore 20:00 ed in tanto fuori pioveva sempre più forte. La mamma telefonò per avvertirmi che sarebbe rimasta in ospedale per quella notte, cosi io sarei rimasta sola nella nuova casa.
    “Fantastico”, pensai sarcasticamente. C’era un po’ di caos in casa e non potevo neanche accendere la TV perché non l’avevamo ancora collegata alla rete.
    Guardai fuori dalla finestra e la pioggia era cosi fitta che solo quando lampeggiava si poteva vedere qualcosa.
    Cominciai a sentirmi sola, cosi pensai di telefonare a qualche amica e magari chiamare anche Sergio, per dargli il mio nuovo indirizzo.
    Accidenti! Non c’era campo.
    “Bello”, pensai! “Sono qui da sola, fuori c’è il diluvio, ho il telefonino ma non lo posso usare!”
    Mentre ero in cucina, dopo un tuono fortissimo andò via la luce e ad un tratto sentii sbattere una porta. Rimasi lì al buio pietrificata, quasi non respiravo, sentii il sangue che mi si raggelava, avrei voluto urlare ma mi sembrava di non avere più la voce.
    E adesso pensai: “Che cosa faccio??? Resto qui immobile o vado a vedere?”
    Guardai di nuovo il telefonino, in quel momento era l’unica fonte di luce che avevo. Speravo che riprendesse la linea, ma niente… neanche l’ombra di una lineetta. Mi veniva da piangere, ma non volevo darmi per vinta. Cosi tirai un respiro profondo e cominciai piano piano a camminare in mezzo alle cose che erano sparse nella stanza. Mi accorsi che la porta che aveva sbattuto era quella della mia stanza. Ebbi un piccolo tremore, ma continuai ad andare avanti. Arrivata lì, presi la maniglia e la girai lentamente, in quel momento tornò la luce e si accese anche nella mia stanza, poiché prima l’avevo lasciata accesa. Mi accorsi che la finestra era aperta, allora sarà stato per via della corrente. In quel momento squillò il telefonino che avevo in mano e feci un balzo fino ad arrivare sul letto. Il telefonino mi volò dalle mani, ma per fortuna non si ruppe. <<pronto!>> dissi, non appena l’ebbi recuperato. Era mia madre che finalmente era riuscita a prendere la linea e mi telefonava per sapere se era tutto a posto.
    <<sì, tutto a posto>>, le risposi, cercando di non farle capire nulla di quello che era successo. Disse che mio fratello aveva una gamba ingessata e che lei sarebbe tornata l’indomani mattina presto. Poi cadde la linea non feci in tempo a dirle ciao.
    Fuori non smetteva di piovere e i tuoni erano sempre più forti, però io non mi sentii più sola, chissà perché mi venne in mente quella ragazza, ma non ne ebbi paura.
    Chiusi la finestra, mi tolsi le scarpe e m’infilai sotto il piumone. Ero veramente stanca e non volevo pensare più a nulla così per non sentire i tuoni e il vento che faceva sbattere ogni cosa, misi la testa sotto il cuscino, chiusi gli occhi e mi addormentai.
    Il mattino seguente, mi svegliai sentendo mia madre che rincasava.
    Dopo essersi assicurata ché tutto fosse apposto, mi disse che durante la notte c’era stata una tromba d’aria e che fuori si potevano ancora vedere i danni che aveva causato.
    Mi disse che aveva tentato ripetutamente di telefonarmi dopo che era caduta la linea per avvertirmi della cosa, che lei aveva appreso mentre era nella sala d’aspetto dell’ospedale.
    Lo avevano detto con un comunicato speciale ma poiché a casa non avevamo ancora collegato il televisore, io non avrei potuto saperlo.
    Per fortuna tutto era andato bene per me, in quella notte di tempesta.

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    Facciamo una piccola premessa: dal prossimo contest chi non si atterrà alla lettera alla frase magica, verrà escluso dalla valutazione. Veniversum infatti ha scritto "all'improvviso la porta del capannone sbattè", mentre Tazunee "ad un tratto sentii sbattere una porta". Coniugazione verbale a parte, ci sembrano comunque diverse da "ad un tratto una porta sbattè", quindi informeremo tutti i contendenti dalla prossima volta.

    Voti.
    Veniversum

    Ort: 0. Si zero, hai letto bene. Perché? Ovvio, già lo scorso contest avevi messo lo spazio sia prima che dopo la punteggiatura. Invitato a leggere i consigli sull'italiano, è evidente che non l'hai fatto. Punito.

    Gra: 6. Scrivi "un'altro" e non va bene, per il resto ok.

    Les: 7,5. Solito linguaggio articolato e ricercato.

    Ori: 6. Ci spieghi per cortesia dove sta la notte di tempesta?

    Sco: 2. Ma di che ha parlato? Una storia palesemente iniziata a metà di un racconto più grande, con un finale che tutto fa pensare, meno che ad una fine. Perché va a dormire nella caverna? Il letto era troppo comodo? E dove sta la tempesta? Fumoso.

    Voto finale: 4,3


    Tazunee

    Ort: 4,75: sbagli molto meno dell'altra volta, ma sbagli. Speriamo che non ci chiedi ancora la lista degli errori come l'ultima volta o ci suicidiamo.

    Gra: 5. Nessun errore clamoroso, tranne una volta che non hai rispettato la consecutio temporum (a cui teniamo molto e che puniamo molto veementemente).

    Les: 6. Nella norma.

    Ori: 6,5. Non racconti chissà cosa, ma almeno eviti di fare ciò che avrebbe fatto il 90% dei possibili partecipanti, ossia raccontare una storia horror o di fantasmi.

    Sco: 5. A volte perdi tempo in punti morti. Ci metti tanto a far venire la tempesta.

    Voto finale: 5,45

    Vince Tazunee!
     
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3 replies since 19/11/2009, 15:36   271 views
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